Salute Sessuale

La salute, compresa quella sessuale, non si identifica solo nell’assenza di malattie, ma anche nel benessere fisico, psichico e sociale. Comunque conoscere le principali IST (infezioni sessualmente trasmissibili) consente di vivere una sessualità
libera e consapevole.

Le IST sono un gruppo di infezioni che possono essere trasmesse anche nell’ambito dei rapporti sessuali (vaginali, anali, oro-genitali) attraverso il contatto con le mucose genitali, lo sperma, le secrezioni vaginali e il sangue.

Causano lesioni e disturbi a carico degli organi genitali (pene-uretra, testicoli, vulva, vagina), dell’ano e dell’area perianale o della bocca, che compaiono da pochi giorni a varie settimane dopo il contagio. Possono presentarsi come vescicole, ulcere, rigonfiamenti ed arrossamenti, dolore locale, bruciore urinario e ingrossamento delle ghiandole, i linfonodi, vicine alla parte interessata. Nel caso di una IST, è sempre necessario fare riferimento a un medico per accertarne la causa e per un trattamento tempestivo. In molti casi le si può contrarre senza alcuna manifestazione o disturbo, ovvero in forma asintomatica, con la possibilità comunque di trasmetterle ad altri. È quindi importante che ogni persona sessualmente attiva si monitori periodicamente, anche in assenza di sintomi.

Le IST si suddividono in batteriche (sifilide, clamidia e gonorrea), che si curano con gli antibiotici, e virali (epatiti, herpes, HPV e HIV).

SIFILIDE
Infezione causata dal batterio Treponema pallidum, che dopo la prima fase delle lesioni cutanee (sifiloma), se non trattata, può interessare tutto l’organismo (fasi secondaria e terziaria).
Si cura con antibiotici (penicillina).

GONORREA
Sostenuta dal batterio Neisseria gonorrhoeae, questa infezione è anche conosciuta come “scolo” in quanto spesso si manifesta con secrezioni purulente. La terapia è antibiotica.

CLAMIDIA
Causata dal batterio Chlamydia trachomatis è un’infezione spesso asintomatica. I sintomi più rilevanti si hanno quando è localizzata a livello rettale (proctite). Si cura con antibiotici.

Altre IST comuni sono l’Herpes genitale che, come quello labiale, si cura con antivirali topici o sistemici, e le infezioni batteriche sostenute da micoplasmi, ureaplasma e Trichomonas vaginalis e che si trattano con antibiotici.

EPATITI

L’epatite è un’infiammazione virale delle cellule del fegato. Esistono vari sottotipi di virus in grado di causare questa infiammazione, anche se i più diffusi sono il virus dell’epatite A, B e C. Per i ceppi A e B sono disponibili i vaccini (il vaccino per epatite B è in Italia obbligatorio da molti anni per i neonati, mentre quello per l’epatite A è consigliato soprattutto a chi pra-
tica rimming, dal momento che il contagio avviene attraverso il contatto oro-fecale).

Per il ceppo C non esiste al momento un vaccino, ma è disponibile da alcuni anni la terapia eradicante che permette la guarigione completa nella quasi totalità dei casi.

INFEZIONI DA PAPILLOMA VIRUS

Esistono più di 100 ceppi di HPV, alcuni dei quali possono causare delle lesioni (condilomi) a evolutività maligna.

Da alcuni anni è disponibile un vaccino, che protegge dai 9 ceppi più pericolosi di HPV, offerto alla popolazione adolescente di entrambi i sessi e agli MSM fino ai 45 anni.

HIV
Il virus HIV è responsabile di un’infezione che, se non trattata con terapia antiretrovirale, porta ad un deterioramento sempre più importante del sistema immunitario fino a sfociare in AIDS. La terapia antiretrovirale, pur non permettendo di guarire dall’HIV, consente alle persone HIV+ di vivere in buona salute e soprattutto di mantenere la loro carica virale talmente bassa da risultare non rilevabile nei test ematici. Questo comporta altresì la non trasmissibilità del virus per via sessuale e si riassume nel principio U=U (undetectable equals untrasmittable, ossia se il virus non è rilevabile nel sangue non è trasmissibile).
Come per tutte le altre IST per proteggersi dall’HIV ci sono metodi barriera (preservativo, femidom e dental dam), ma anche la possibilità di ricorrere alla PrEP e alla PEP.

La PrEP (profilassi pre esposizione), è una misura farmacologica che impedisce di contagiarsi anche in caso di esposizione al virus dell’HIV. Consiste nell’assunzione, tutti i giorni o al bisogno, di un farmaco antiretrovirale e in controlli periodici per valutare lo stato di salute (funzionalità renale ed epatica e test per le IST).
La PEP è invece una misura farmacologica di emergenza a cui ricorrere in caso di esposizione al rischio di contagio con HIV (es. in caso di rottura del preservativo). Per essere efficace va assunta entro 48 ore dall’evento a rischio e per ottenerla bisogna recarsi al pronto soccorso di un ospedale in cui sia presente il reparto di malattie infettive.

Anche forme di stigma interiorizzato in relazione al proprio orientamento sessuale, identità di genere, scelte relazionali o pratiche sessuali che danno piacere possono impattare per periodi più o meno lunghi sul benessere sessuale. Sono tante le figure che possono fare da riferimento: persone specialiste in ambito medico, psicologico o in sessuologia possono fornire in-
formazioni e supporto per superare o gestire situazioni relative a queste condizioni e aiutare nei momenti di difficoltà.

Stereotipi

Gli stereotipi sono un meccanismo naturale del ragionamento umano, basati su convenzioni, generalizzazioni, approssimazioni che attraversano la nostra cultura e possono sfociare in pensieri, parole o comportamenti di pregiudizio.

Infatti quando cerchiamo di comprendere qualcosa ci viene spontaneo leggere la realtà attraverso gli immaginari appresi duran-
te il percorso di vita. Queste scorciatoie cognitive però sono da sempre alla base della discriminazione di specifici gruppi sociali
ritenuti diversi dalla maggioranza.

Fermarsi a un’idea stereotipata pertanto non ci rende in grado di capire il mondo, senza contare che trasformare una
persona in uno stereotipo ne riduce la complessità agli occhi altrui, la fa diventare meno persona e più oggetto, meno meritevole di rispetto, più facile da odiare.

L’omobitranslesbofobia, o omobitranslesbonegatività, indica appunto un’avversione verso la comunità LGBT+ che porta le persone a relazionarsi con le altre sulla base di una scorretta, limitante e ingiusta visione di generi e orientamenti, con danni
incalcolabili sul benessere individuale e collettivo.

Molti Stati hanno adottato delle norme a tutela dei reati motivati dall’orientamento o dal genere di coloro che li hanno subiti. Allo stesso tempo è molto importante educarci a vedere il mondo che ci sta attorno senza fermarsi a opinioni superficiali ma conoscendo le persone e le comunità nella loro complessità.

Coming Out e Outing

Il coming out – letteralmente “uscire fuori” (dall’armadio) – è il processo attraverso il quale una persona rivela ad altri il proprio orientamento sessuale e/o la propria identità di genere. Si tratta di un percorso molto personale di riconoscimento di sé e, come tale, è l’individuo interessato a scegliere modi e tempi, perché solo così il coming out potrà determinare effetti positivi
sulla sua vita.
Il coming out può comportare dei rischi, quale il timore di non essere compresi e accettati, bensì discriminati in famiglia e tra gli amici. Questo spiega perché l’individuo deve averne il pieno controllo, per essere pronto ad utilizzare gli strumenti assimilati durante il percorso di accettazione di sé per fronteggiare qualsiasi tipo di conseguenza gli si presenti davanti.

Quando invece la persona non ha questo controllo e sono altri che ne rivelano l’orientamento sessuale e/o l’identità di genere,
si parla di outing (letteralmente “essere esposti”). L’outing può essere fatto per diverse ragioni: per danneggiare volontaria-
mente una persona, per superficialità o per mancanza di conoscenza di come il processo di coming out funzioni e di che cosa significhi. In ogni caso rivelare l’orientamento e/o l’identità di genere di una persona che non ha fatto coming out è una vera
forma di violenza che va ad aumentare i rischi e a diminuire i benefici che porta invece un percorso consapevole.
Infine, non bisogna dimenticare che una persona LGBT+ vive continuamente nuovi e diversi coming out poichè molte e varie
sono le situazioni in cui si è portati a rivelarsi nel corso della vita di tutti i giorni.

Disabilità

Le disabilità sono uno spettro di condizioni che riguardano un numero significativo di persone nel mondo.

Da sempre ci dobbiamo scontrare con l’abilismo, cioè un sistema di credenze e pratiche che privilegia una normalità di corpi e menti, e che discrimina ciò che è fuori dai canoni in quanto indesiderabile, da aggiustare o invisibilizzare.

L’abilismo si manifesta attraverso atteggiamenti di pietismo, paternalismo, infantilizzazione, medicalizzazione delle persone con disabilità, o ancora il trattarle come modelli a cui ispirarsi per le persone non disabili.
Le persone LGBT+ e disabili oltre ad affrontare il possibile stigma e pregiudizio dovuto alla propria identità di genere e/o orientamento affettivo/sessuale/relazionale, possono essere discriminate in quanto persone con riduzione delle capacità funzionali fisiche, psichiche, intellettive o sensoriali.
Inoltre, possono incontrare una multipla difficoltà nel trovare spazi di accoglienza ed espressione sia all’interno della comunità LGBT+ sia all’interno delle comunità disabili, che non riescono ad includere le diverse componenti identitarie.

Queste barriere sociali e ambientali possono portare ad una limitazione alla propria autonomia e autodeterminazione, all’esplorazione di relazioni e sessualità appaganti, all’accesso a strumenti, supporti e opportunità per promuovere appieno il proprio benessere e la propria soggettività.