Stereotipi

Gli stereotipi sono un meccanismo naturale del ragionamento umano, basati su convenzioni, generalizzazioni, approssimazioni che attraversano la nostra cultura e possono sfociare in pensieri, parole o comportamenti di pregiudizio.

Infatti quando cerchiamo di comprendere qualcosa ci viene spontaneo leggere la realtà attraverso gli immaginari appresi duran-
te il percorso di vita. Queste scorciatoie cognitive però sono da sempre alla base della discriminazione di specifici gruppi sociali
ritenuti diversi dalla maggioranza.

Fermarsi a un’idea stereotipata pertanto non ci rende in grado di capire il mondo, senza contare che trasformare una
persona in uno stereotipo ne riduce la complessità agli occhi altrui, la fa diventare meno persona e più oggetto, meno meritevole di rispetto, più facile da odiare.

L’omobitranslesbofobia, o omobitranslesbonegatività, indica appunto un’avversione verso la comunità LGBT+ che porta le persone a relazionarsi con le altre sulla base di una scorretta, limitante e ingiusta visione di generi e orientamenti, con danni
incalcolabili sul benessere individuale e collettivo.

Molti Stati hanno adottato delle norme a tutela dei reati motivati dall’orientamento o dal genere di coloro che li hanno subiti. Allo stesso tempo è molto importante educarci a vedere il mondo che ci sta attorno senza fermarsi a opinioni superficiali ma conoscendo le persone e le comunità nella loro complessità.

Coming Out e Outing

Il coming out – letteralmente “uscire fuori” (dall’armadio) – è il processo attraverso il quale una persona rivela ad altri il proprio orientamento sessuale e/o la propria identità di genere. Si tratta di un percorso molto personale di riconoscimento di sé e, come tale, è l’individuo interessato a scegliere modi e tempi, perché solo così il coming out potrà determinare effetti positivi
sulla sua vita.
Il coming out può comportare dei rischi, quale il timore di non essere compresi e accettati, bensì discriminati in famiglia e tra gli amici. Questo spiega perché l’individuo deve averne il pieno controllo, per essere pronto ad utilizzare gli strumenti assimilati durante il percorso di accettazione di sé per fronteggiare qualsiasi tipo di conseguenza gli si presenti davanti.

Quando invece la persona non ha questo controllo e sono altri che ne rivelano l’orientamento sessuale e/o l’identità di genere,
si parla di outing (letteralmente “essere esposti”). L’outing può essere fatto per diverse ragioni: per danneggiare volontaria-
mente una persona, per superficialità o per mancanza di conoscenza di come il processo di coming out funzioni e di che cosa significhi. In ogni caso rivelare l’orientamento e/o l’identità di genere di una persona che non ha fatto coming out è una vera
forma di violenza che va ad aumentare i rischi e a diminuire i benefici che porta invece un percorso consapevole.
Infine, non bisogna dimenticare che una persona LGBT+ vive continuamente nuovi e diversi coming out poichè molte e varie
sono le situazioni in cui si è portati a rivelarsi nel corso della vita di tutti i giorni.

Disabilità

Le disabilità sono uno spettro di condizioni che riguardano un numero significativo di persone nel mondo.

Da sempre ci dobbiamo scontrare con l’abilismo, cioè un sistema di credenze e pratiche che privilegia una normalità di corpi e menti, e che discrimina ciò che è fuori dai canoni in quanto indesiderabile, da aggiustare o invisibilizzare.

L’abilismo si manifesta attraverso atteggiamenti di pietismo, paternalismo, infantilizzazione, medicalizzazione delle persone con disabilità, o ancora il trattarle come modelli a cui ispirarsi per le persone non disabili.
Le persone LGBT+ e disabili oltre ad affrontare il possibile stigma e pregiudizio dovuto alla propria identità di genere e/o orientamento affettivo/sessuale/relazionale, possono essere discriminate in quanto persone con riduzione delle capacità funzionali fisiche, psichiche, intellettive o sensoriali.
Inoltre, possono incontrare una multipla difficoltà nel trovare spazi di accoglienza ed espressione sia all’interno della comunità LGBT+ sia all’interno delle comunità disabili, che non riescono ad includere le diverse componenti identitarie.

Queste barriere sociali e ambientali possono portare ad una limitazione alla propria autonomia e autodeterminazione, all’esplorazione di relazioni e sessualità appaganti, all’accesso a strumenti, supporti e opportunità per promuovere appieno il proprio benessere e la propria soggettività.