Essere una persona LGBT+ non significa cambiare per aderire a cliché o a luoghi comuni, ma crescere e capire chi siamo, cosa vogliamo per noi e per la nostra felicità e realizzazione.
Si pensi alle lettere che si aggiungono alla sigla e al + finale che rappresenta tutte le identità che possono riconoscersi come non etero-cis-sessuali in un insieme molto vario di percorsi, individuali e collettivi, alla ricerca di un sé più autentico e libero. Allo stesso tempo gli attacchi a cui le persone LGBT+ sono esposte sono dovuti a ignoranza e pregiudizi alimentati dalla paura di cambiare idea su genere e orientamento sessuale.
Non dobbiamo modificare il nostro comportamento per soddisfare le aspettative altrui. Le opinioni negative delle altre
persone non sono una responsabilità di cui farci carico. Alcune critiche sono anzi la dimostrazione di aver scelto di rimanere fedeli a noi stessi, ai nostri desideri e aspirazioni.
Ogni persona è diversa dalle altre e si compone di vari desideri, dimensioni e aspirazioni; non esisterà mai una combinazione uguale e per questo risulta opportuno liberarsi da qualsiasi idea di “normalità” e abbracciare la propria differenza.
È importante tenere a mente che l’unicità delle persone passa anche per il corpo. I corpi sono molteplici, per quanto spesso
nella quotidianità, e soprattutto nei social, accade che venga rappresentato un unico modello.
Il body positive è un movimento sociale che alza la voce contro standard fisici quasi sempre ingannevoli e disfunzionali: tutti i corpi, indipendentemente da taglia, genere, nazionalità, e abilità, meritano pari valore e dignità.
Riconoscere e apprezzare ciascun corpo è importante perché favorisce il benessere personale dei singoli, promuovendo il ri-
spetto e l’inclusione sociale.